ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA PER EVENTI CATASTROFALI: nuovo balzello di Stato ovvero opportunità per le Aziende?

La nuova Legge di Bilancio 2024 impone alle imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia l’obbligo di stipulare, entro il 31 marzo 2025, polizze assicurative a copertura dei danni materiali diretti causati da eventi catastrofali. Questa misura mira a trasferire il rischio finanziario dalle casse pubbliche al settore privato, incentivando una cultura della prevenzione e della gestione del rischio.

Cosa sono gli eventi catastrofali e che impatto hanno del mondo?

Terremoti, alluvioni, uragani, incendi forestali, frane ed altri disastri naturali che un tempo erano eventi rari, episodici, in ragione del cambiamento climatico hanno incrementato la frequenza ed intensità a tal punto da impattare in maniera incisiva sia in termini di vite umane che di danni economici a livello mondiale.

Secondo il Centro di Ricerca sulle Catastrofi (CRED) gli eventi catastrofali nel mondo:

  • hanno portato perdite globali – inclusi danni materiali, interruzioni delle attività economiche e costi di ricostruzione – che sono aumentate a circa 200/300 miliardi di dollari annui.
  • hanno avuto un impatto significativo sulla vita umana, infatti dal 2000 al 2019, gli eventi naturali hanno causato in media 60.000 morti all’anno nel mondo.

In che misura tali eventi avversi incidono in Italia?

Il Global Climate Risk Index 2021 pubblicato dall’organizzazione non governativa tedesca Germanwatch, colloca l’Italia al sesto posto nel mondo per numero di morti dovuti ad eventi climatici estremi tra il 2000 ed il 2019.

Sebbene l’Italia assieme alla Grecia, Romania e Bulgaria, è il paese con la maggior parte della popolazione residente in territori molto vulnerabili, seguita da Spagna, Portogallo, Ungheria, Polonia e Francia, nel nostro Paese solo il 6% delle abitazioni italiane è coperto da una polizza assicurativa.

Gli eventi catastrofali sono destinati ad aumentare a causa del cambiamento climatico. Le previsioni indicano che i danni economici potrebbero aumentare significativamente nei prossimi decenni. Si stima che ogni anno in Italia il costo complessivo dei disastri naturali legati al cambiamento climatico possa superare i 15-20 miliardi di euro in danni diretti e indiretti.

Dopo le recenti alluvioni e le dichiarazioni del ministro Musumeci, è partito il dibattito sull’opportunità di rendere obbligatorie le polizze contro le calamità naturali.

Che impatto hanno gli eventi catastrofali in Puglia?

In Puglia è adottato il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA) del Distretto Idrografico Appennino Meridionale che non solo mappa dettagliatamente i rischi idrogeologici, in particolare rischio di alluvioni e frane, ma in più suggerisce modelli di gestione per mitigare l’impatto di eventi metereologici avversi.

La Puglia secondo i modelli previsionali dell’ISPRA potrebbe potenzialmente essere una delle regioni più colpite dal cambiamento climatico, con danni economici dovuti a eventi climatici estremi (come nubifragi, ondate di calore e alluvioni) che potrebbero comportare un impatto negativo di circa 2-3 miliardi di euro all’anno entro il 2050.

  1. Rischio Sismico: secondo i dati più recenti dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e della Protezione Civile, il rischio sismico in Puglia è classificato come basso o moderato (zona 3 e 4 nella mappa sismica italiana). Le aree più vulnerabili sono quelle più vicine all’area dell’Appennino meridionale e quelle vicine al Mar Adriatico, come le province di Foggia e Brindisi.
  2. Rischio Idrogeologico in Puglia: secondo i dati del Rapporto ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e delle cartografie dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), la Puglia è una regione vulnerabile al rischio di alluvioni, con più di 2 milioni di persone che vivono in zone a rischio, soprattutto nelle zone urbane e agricole. Le aree più esposte sono quelle piane e costiere, come Taranto, Brindisi, Lecce, dove le inondazioni sono più frequenti durante eventi di piogge intense e accumuli idrici rapidi.
  3. Frane: il rapporto ISPRA 2020 sui rischi idrogeologici evidenzia che il rischio di frane in Puglia, pur non essendo paragonabile a regioni montuose come quelle dell’Appennino centrale, è comunque presente, soprattutto nelle zone collinari e montuose, come i Monti Dauni e altre aree nell’entroterra delle province di Foggia e Bari. Queste zone sono particolarmente vulnerabili a smottamenti e frane superficiali in seguito a piogge intense.

Ambito di Applicazione della Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/2023, art. 1, commi 101-112)?

L’obbligo assicurativo riguarda tutte le imprese non agricole operanti sul territorio italiano. Sono inclusi nel perimetro assicurativo beni strumentali quali edifici, impianti, macchinari e attrezzature. Gli eventi catastrofali contemplati comprendono sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. È importante notare che le imprese agricole sono esentate da questo obbligo.

Ruolo dello Stato come Riassicuratore

Per facilitare l’implementazione della normativa e supportare il mercato assicurativo, lo Stato italiano agirà come riassicuratore, attraverso la società pubblica SACE. Questo intervento mira a mitigare l’esposizione al rischio delle compagnie assicurative, consentendo loro di offrire coperture a premi sostenibili per le imprese. La presenza di un riassicuratore pubblico dovrebbe favorire una maggiore capacità di assorbimento dei rischi catastrofali da parte del mercato.

Perché assicurarsi?

  • Sebbene la normativa non specifichi sanzioni pecuniarie dirette per la mancata stipula delle polizze obbligatorie, le imprese non conformi potrebbero affrontare conseguenze indirette significative. Tra queste, l’esclusione da contributi pubblici per la ricostruzione post-disastro.
  • Le aziende inadempienti potrebbero avere potenziali difficoltà nell’accesso al credito, poiché le istituzioni finanziarie potrebbero richiedere prove di adeguata copertura assicurativa come condizione per l’erogazione di finanziamenti.
  • La mancanza di una polizza assicurativa può effettivamente escludere un’azienda dalla partecipazione a gare pubbliche, ad esempio: in base al Codice degli Appalti Pubblici (D.Lgs. 50/2016), la mancata dimostrazione di una copertura assicurativa obbligatoria può costituire una causa di esclusione. Questo è particolarmente vero per le gare che richiedono la stipula di assicurazioni per danni da incendio, alluvione, frane, o sismi, dove la sicurezza e la protezione contro i rischi sono requisiti essenziali.
  • Esclusione da incentivi o finanziamenti pubblici: alcuni incentivi pubblici, come quelli per l’innovazione, la sostenibilità o la ristrutturazione delle infrastrutture, potrebbero prevedere come condizione necessaria la stipula di una polizza assicurativa. La mancanza di una copertura adeguata potrebbe escludere l’azienda dalla possibilità di partecipare a questi programmi di finanziamento o agevolazione fiscale.
  • Ultima ma non ultima, la difficoltà che dal 31 marzo in avanti ci sarà di arginare, nel caso di mancata stipula di un contratto assicurativo, l’Impatto economico dell’evento catastrofale sia in termini di danni diretti che indiretti alla struttura, alle infrastrutture, alle attrezzature, nonché il lucro cessante ed in taluni casi la perdita di materie prime o la chiusura temporanea dell’attività sintanto che non si ripristina la linea produttiva, da soli con le proprie forze senza il supporto dello Stato o di una Compagnia di Assicurazione!

Considerazioni finali

Il Consigliere IVASS, Dott. Riccardo Cesari, in un convegno CISA (Centro Interaccademico per le Scienze Attuariali e la gestione dei rischi su Rischi climatici) tenuto a Firenze nel dicembre 2023 ha evidenziato che l’iniziativa del governo di istituire l’obbligo di una tutela assicurativa a copertura degli eventi catastrofali, sia certamente meritoria di un plauso: “…omissis…l’iniziativa del Governo appare tanto più meritoria quanto più lungo e infruttuoso è stato il percorso tentato in precedenza, soprattutto se si tengono presenti tre fattori fondamentali che sono da tempo in azione: gli effetti prepotenti del cambiamento climatico globale, l’esposizione eccezionale del territorio italiano alle catastrofi naturali, il basso grado strutturale di copertura assicurativa contro i danni nel sistema nazionale”.

Tuttavia in taluni paesi del mondo l’attenzione è puntata in maniera prioritaria sulla prevenzione, piuttosto che sulla cura:

  • Piani di gestione del rischio: Molti paesi stanno sviluppando e implementando piani di gestione del rischio per ridurre l’impatto dei disastri naturali, migliorare la resilienza delle infrastrutture e proteggere le popolazioni vulnerabili.
  • Investimenti in resilienza: L’investimento in infrastrutture resilienti e in sistemi di allerta precoce sta diventando sempre più importante. Gli Stati Uniti, ad esempio, stanno aumentando significativamente gli investimenti per rafforzare le loro difese contro uragani e inondazioni.

 

Quella adottata, a parere di chi scrive, parrebbe essere una “cura palliativa“ al problema, poiché la polizza assicurativa riduce sicuramente l’impatto economico di un evento avverso sui bilanci dello Stato, ma non protegge le vite dei cittadini e non riduce la portata del problema. L’auspicio è che essa sia solo un primo passo al quale faccia immediatamente seguito l’adozione di modelli di prevenzione efficaci. Porre riparo all’emergenza solo quando essa si è manifestata nella maniera dirompente ha un costo di gran lunga inferiore rispetto che prevenire le conseguenze avverse di un evento catastrofale.

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